Il verde tecnologico, la nuova dimensione delle città
Paolo Pignataro, il progettista della parete verticale sul deposito ATM del Giambellino ci ha raccontato il suo percorso progettuale e la successiva realizzazione da parte di Vivaio Dordoni.
Progettare un giardino verticale su una parete di 600 metri quadrati con oltre 40 finestre, porte e passaggi, esposta a nord e addossata ad un marciapiede: la creazione del green wall sul deposito ATM al Giambellino di Milano è stata una sfida interessante che Paolo Pignataro, agronomo specializzato nel verde verticale, ha affrontato grazie ad un'esperienza quindicinale con cui ha seguito l’eccellente realizzazione da parte di Vivaio Dordoni.
“La progettazione del verde tecnologico è una nuova professione, che coniuga aspetti estetici e architettonici a conoscenze prettamente tecniche”, spiega il Dott. Pignataro. “In questo genere di progetti l’estetica è una conseguenza dello studio agronomico: a prescindere dalla composizione di piante e fiori, quando le piante crescono sane e rigogliose, diventano belle. Si tratta di fare una piccola rivoluzione, non sempre così scontata.”
Il Dott. Pignataro ha studiato questa grande parete verde nell’ambito del progetto europeo Clever Cities che unisce Milano ad Amburgo e Londra nell’importante sfida di rinnovare le città mediante soluzioni naturalistiche e innovative. Uno dei punti cardini dell’iniziativa riguarda proprio la creazione di soluzioni avanzate per tetti e pareti verdi multifunzionali.
La progettazione di una parete vegetale deve tenere conto dello sviluppo delle piante: lo sa bene anche il Vivaio Dordoni che ha provveduto alla messa a dimora delle oltre 10.000 piantine. “Se il disegno è troppo rigido e particolareggiato nel tempo potremmo avere dei problemi, perché abbiamo a che fare con esseri viventi che si evolvono”, sottolinea il progettista. “Nel verde verticale è fondamentale che le piante stiano bene e possano vivere nella loro posizione per molti anni. Qualche pianta potrà morire e dovrà essere sostituita, ma in generale dobbiamo pensare ad un’installazione stabile, non effimera o stagionale.”
Il primo problema che Paolo Pignataro si è trovato a risolvere è stato quello relativo all’ancoraggio della struttura portante del giardino verticale: “Ci sono stati dei vincoli progettuali. Il numero di finestre è esorbitante, ben 40, che, insieme a porte e passaggi di vario genere, hanno portato via circa 220 metri quadrati di superficie discontinua. Altri 50 metri quadrati circa se ne sono andati con la zoccolatura, lasciandoci circa 350 metri quadrati da vestire”. Un secondo problema è sorto con la parete del deposito, realizzata negli anni ’50 con materiali eterogenei, che lasciava perplessi sulle tassellature di ancoraggio.
“Lo strutturista ha sentenziato che non dovevano essere superati i 30kg/mq di portata. Se si pensa che in una normale stratigrafia con substrato si possono superare i 70kg/mq, è stato subito evidente che dovevamo utilizzare un sistema leggero di tipo “idroponico”, senza terriccio. Questa soluzione è anche molto sottile, così abbiamo occupato meno spazio sul marciapiede”, sottolinea con soddisfazione Pignataro.
Il progetto Clever Cities richiede una riduzione degli impatti ambientali apportando benefici sociali ed economici che migliorino la qualità della vita di chi abita l’edificio e della comunità circostante. È stato, quindi, quasi scontato pensare ad un sistema verde che, oltre alla funzione isolante, avesse anche un’azione attiva per l’ambiente del Giambellino.
“Abbiamo scelto piante che la letteratura scientifica individuava come ottimali per la raccolta delle polveri sottili. Non è stato facile perché sui piccoli arbusti le ricerche sono ancora lacunose”.
Presso il Vivaio Dordoni è stato facile trovare tutte le specie richieste. Come il Taxus baccata una varietà nana e strisciante. Lo staff del Vivaio Dordoni ha selezionato con cura ciascun esemplare, prestando grande attenzione nel rispettare le densità di piantagione, perché con il tempo queste piante aumenteranno notevolmente il loro volume, riempiendo gradualmente la superficie. Tra le piante in progetto erano presenti altre varietà sempreverdi come Vinca, Mahonia e Trachelospermum, segnalate in una ricerca dell’Università di Genova sul verde verticale per la loro abilità nel catturare le polveri sottili nelle cere delle foglie. Nel green wall si trovano diverse specie di Hedera, una specie autoctona che raccoglie molto bene il PM2.5.
Anche i Geranium sono stati utilizzati con questo scopo: sono piccoli, ma crescendo formano dei cuscinoni che si espandono in modo molto vigoroso, quindi, anche in questo caso, sono state inserite piccole macchie che triplicheranno, donando coloratissime fioriture primaverili. La loro presenza risulta anche un forte attrattore per le api e gli insetti impollinatori che, si è recentemente scoperto, sono molto numerosi in città grazie ad un utilizzo limitato di trattamenti e fitofarmaci nel verde urbano, al contrario di quanto avviene nelle coltivazioni intensive in campagna.
“L’esperienza del Giambellino dovrebbe essere replicabile e portare a benefici misurabili”, conclude Paolo Pignataro e l’ATM di Milano ha già in mente nuovi punti verdi in altri luoghi della città.
Del resto, come fermamente crede il Vivaio Dordoni, the future is green.